Approvato il decreto legge sul sistema bancario

Il Consiglio dei ministri ha approvato, questa notte, il decreto legge sul sistema bancario con la riforma del credito cooperativo, attesa da mesi

Approvato Il Decreto Legge Sul Sistema Bancario
11 febbraio 2016
Imprese | Soci | 

La riforma delle banche di credito cooperativo entrerà in vigore entro 18 mesi e prevede la costituzione di un gruppo con un miliardo di patrimonio. Il decreto punta sulla holding unica per la riforma del credito cooperativo, fissando i capisaldi dell'autoriforma messa in atto dalle stesse banche cooperative.

Il governo ha aperto anche la strada del way out, permettendo alle BCC di scegliere se aderire alla nuova holding, limitando però l'impatto con l'innalzamento della soglia patrimoniale delle BCC che ne volessero usufruire a 200 milioni e obbligandole al versamento di un'imposta straordinaria del 20 per cento sulle riserve. La BCC che effettuerà il way out non potrà però continuare ad operare come banca di credito cooperativo e dovrà deliberare la sua trasformazione in spa oppure andare in liquidazione. "Il modello delle Bcc rimane ma devono stare dentro un sistema che avrà maggiore forza e solidità" ha dichiarato il premier al termine del Cdm.
Le Bcc che attualmente hanno riserve per 200 milioni "sono una decina più o meno. Non significa che tutte devono uscire, ma hanno la possibilità di farlo" ha spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm, sottolineando che in ogni caso "ci sono 18 mesi dall'approvazione della misura" per fare la scelta "un tempo sufficiente per aumentare la soglia, non si congela nulla ad oggi".

Una vera rivoluzione per il mondo del credito cooperativo che, dopo la regolamentazione della Banca di'Italia, dovrà trovare un accordo tra le 364 banche, le due holding industriali, le federazioni locali e l'associazione nazionale Federcasse.

In realtà già da questo autunno il sistema è al lavoro per una bozza di accordo ed ora, con il varo del decreto, è pronto a costituire il primo veicolo societario che costituirà l'embrione della nuova capogruppo. L'obiettivo è quello di garantire una sana gestione di un sistema più efficente e competitivo, attraverso un'unica realtà  a cui saranno affidati gli indirizzi strategici, la direzione, il coordinamento e il controllo.