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Banca di Cherasco e l’impegno del credito cooperativo italiano in Ecuador

Il modello di cooperazione del progetto “Microfinanza campesina”

Microfinanzacampesinaecuador

I valori del credito cooperativo uniscono il nord e il sud del mondo, Cherasco in provincia di Cuneo e Quito capitale dell’Ecuador: è il progetto “Microfinanza Campesina”, promosso da Federcasse – la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane – per sviluppare microcredito ed economia circolare nel Paese sudamericano. È un’iniziativa nata oltre 20 anni fa, a cui Banca di Cherasco aderisce dal 2005.

Il mondo italiano del credito cooperativo, partendo da alcuni valori irrinunciabili come mutualità e reciprocità, ha fatto nascere nel Paese del Sudamerica un modello economico fondato sull'erogazione di piccoli prestiti a donne, famiglie, imprese, cooperative locali. Sono forme di auto-mutuo-aiuto che riprendono le radici e il pensiero con cui era nato oltre cento anni fa il credito cooperativo piemontese, sotto forma di casse rurali e mutue.

Finora in favore dell'economia ecuadoriana le Bcc italiane hanno erogato finanziamenti per oltre 90 milioni di dollari e hanno stanziato altri 4 milioni a fondo perduto alla fondazione Fepp (“Fondo ecuatoriano populorum progressio”, una fondazione privata senza scopo di lucro nata negli Anni ’70 su iniziativa della Conferenza Episcopale Ecuadoriana) e al Banco Desarrollo, istituto di cui il sistema cooperativo italiano detiene parte delle quote.  

Spiega Marco Carelli, Direttore Generale di Banca di Cherasco: “Un progetto che abbiamo deciso di sostenere perché fondato su un rapporto tra pari: un Paese avanzato come l’Italia finanzia quello in via di sviluppo partendo dalla fiducia nelle persone e nella rete locale delle cooperative di risparmio e credito. Un’iniziativa che è anche uno dei modi con cui si concretizza la funzione sociale ed educativa del credito cooperativo: unire razionalità economica, finalità mutualistiche, crescita sostenibile. Un credito che è “micro” solo per gli importi, perché responsabilizza le persone, funziona se è partecipato e mette al centro la dignità di uomini e donne. Il mondo della Bcc, qui come all’estero, opera nell’interesse generale oltre che a vantaggio dei Soci. E lo fa anche nelle iniziative di cooperazione internazionale come Microfinanza Campesina”.

Negli anni i finanziamenti di Banca di Cherasco, insieme ad altre realtà di tutta Italia del credito cooperativo, si sono trasformati in forni per mattoni, nuovi allevamenti, piccoli laboratori e fabbriche, nuove case e negozi: fondi che hanno permesso lo sviluppo agricolo e industriale del Paese seguendo lo spirito comunitario della popolazione andina, fortemente legata alla terra.

“Microfinanza campesina” è il più grande progetto di questo tipo realizzato con fondi privati: è stato studiato a livello internazionale perché si è rivelato un modello di cooperazione efficace per combattere la povertà nei Paesi con economie emergenti. Le parole che ispirano da oltre 20 anni l’iniziativa sono reciprocità, partecipazione, formazione, economia circolare, ma anche arricchimento culturale e progresso sociale. Grazie a una serie di banche cooperative locali, microimprese, famiglie e comunità che in questi anni sono state finanziate o sostenute anche dalle Bcc italiane e da quella di Cherasco. A febbraio Banca di Cherasco erogherà una nuova tranche di finanziamento per sostenere questo progetto, pari a 200 mila dollari (è la valuta usata da 23 anni nel Paese sudamericano). Le sette Banche di Credito Cooperativo della Federazione Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria aderenti al gruppo bancario Cassa Centrale finanzieranno il progetto con un milione di dollari nel corso di quest’anno.

Dal 2002 tutti i finanziamenti sono stati restituiti a scadenza: un risultato importante perché la microfinanza si rivolge a chi in genere non è considerato solvibile, perché privo di garanzie. Inoltre si è creato un circuito virtuoso: grazie alla crescita della raccolta interna nel Paese sudamericano è andata progressivamente diminuendo l’incidenza del pool della Bcc italiane sul totale della raccolta, oggi inferiore al 12%. Così microfinanza sostenuta dall’Italia si è dimostrata capace di ridurre la povertà, generando inclusione sociale ed equa distribuzione delle risorse.

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